Liberarsi dall’ansia

A chi non è accaduto di avvertire l’ammutinamento del corpo che si ribella e prende il sopravvento?
Tensione, nervosismo, insonnia, eccessiva preoccupazione per sé o per gli altri, attacchi di panico (caratterizzati da una profonda angoscia, senso di soffocamento, vertigini, sudorazione, tremore e tachicardia, sensazione di morte imminente).
Talvolta compare agorafobia (paura di essere intrappolati in un luogo o in una situazione dai quali la fuga può essere difficile o terribilmente imbarazzante) fino ad arrivare ad un profondo disagio che porta a una forma secondaria di ansia anticipatoria, nella quale il pensiero di quando e dove avverrà il prossimo attacco di panico diventa assillante.

I sintomi dell’ansia

I sintomi fisici dell’ansia possono interessare tutto l’organismo: aumento della frequenza respiratoria, palpitazioni, vertigini, nausea, tremori, disturbi visivi, debolezza, emicranie, disturbi della sessualità, aumento della sudorazione.

In Psicosintesi vige un principio che guida e struttura il mondo psichico: la volontà può tutto su ciò che è conscio, nulla su ciò che è inconscio.

Tutto ciò che entra nel campo di coscienza (consapevolezza) può essere identificato e trasformato.
Tutto ciò che rimane al suo esterno rimane a livello inconscio (di cui si ignora l’esistenza, quindi non se ne ha controllo né potere di gestione): quando la sintomatologia ansiosa prende il sopravvento la sofferenza del corpo diventa l’unico pensiero che occupa il campo di coscienza, senza lasciar spazio ad altro.

Cambiamento

Da un punta di vista evolutivo comprendere la crisi d’ansia e coglierne l’intimo valore simbolico, il suo senso e significato esistenziale, rappresenta l’occasione di cambiamento da sempre rimandata o mai auspicata, perché bloccati nella monolitica immagine di sé.

Si dice in psicosintesi che l’ansia “muove e motiva” all’osservazione di sé, con sguardo “non giudicante“, “in amorevole accettazione di tutto ciò che emerge alla coscienza“.
Questo è il primo prezioso passo verso una nuova e migliore gestione di sé, che con il tempo e l’allenamento, diverrà uno stile di pensiero e di azione: trasformare il disagio e il profondo malessere che reca l’ansia, in “sofferenza evolutiva” significa riscoprire parti di sè finora ignorate, ritrovare la chiarezza mentale e il senso di sicurezza e sentirsi nuovamente, o per per la prima volta, “padroni in casa propria“, registi della propria vita. (R. Assagioli)

Interpretare il sintomo

Interpretare il sintomo (ansia o dolore somatoforme) e ricollegarlo alla propria storia di vita è l’unica via per trasformare la sofferenza in opportunità di conoscenza di sé e dei propri intimi bisogni, per giungere, attraverso le specifiche fasi di utilizzo della saggia e buona volontà cosciente, all’attuazione della propria unica e irripetibile realizzazione.

A cura della
Dott.ssa Daniela Bartolini